Quesito 3
Ho avuto un contenzioso con un vicino di lotto ad una costruzione che ho progettato, seguito come D.L. e realizzato in toto in comune della provincia di Rimini.
Viene contestato all’impresa e di conseguenza alla D.L., il posizionamento del muro del piano interrato (che la controparte non considera “interrato” ma bensì di contenimento) in quanto ci contesta di aver alterato le quote del terreno rispetto all’esistente.
A mio avviso non è ben chiaro questo ultimo aspetto, personalmente non ho mai autorizzato riporti di terreno e/o variazioni di quota rispetto al progetto depositato e discusso con il Comune.
Preciso che l’abitabilità è uscita, le case sono anche state già vendute ed è anche stato ceduto il parcheggio antistante la costruzione al Comune stesso, in ottemperanza a quanto stabilito nel PdC.
Risposta
Nel caso di riferito innalzamento della quota del terreno posto in prossimità del confine con proprietà limitrofa (nell’ordine di pochi cm), a seguito della realizzazione di un volume (e di un muro) completamente interrati non v’è obbligo di rispetto delle distanze. Al riguardo è pacifica l’inapplicabilità del regime sulle distanze alle opere completamente interrate; l’innalzamento del piano di campagna, invece potenzialmente rilevante, nella specie risulta non esserlo in ragione della sua modestia (pochi cm) che ne impedisce la riconduzione nel novero delle “nuove costruzioni” in senso civilistico.
Sotto il profilo edilizio l’innalzamento del piano di campagna potrebbe invece assumere un qualche rilievo in termini di difformità dal permesso di costruire. Ciò potenzialmente ammettendo l’esercizio di poteri sanzionatori da parte dell’Amministrazione comunale, che nella specie potrebbero essere al più di carattere pecuniario.